Perché una mela?
E’ una domanda
che mi sono posto per anni e mi ha sempre incuriosito il perché di quel frutto
al posto di un altro.
Eva si trovava
con quell’altro che non aveva tutte le costole a posto in un giardino
spettacolare dove c’era tutto, ma davvero di tutto. L’unico frutto che non
potevano toccare era la mela. Ma perché?
Ricordo di aver
letto da qualche parte che se provi a tagliare una mela in senso verticale
potrai vedere al suo centro una netta somiglianza con il sesso femminile.
Ma dai, non può
certo essere questo il motivo e poi non penso che abbiano fatto la prova su
tutti i frutti prima di decidere. Non ce li vedo lì seduti a tagliare frutti e
a chiedersi se vedevano qualcosa.
Un altro taglio
possibile, della mela intendo, è quello orizzontale. In questo caso otterrete,
guardando sempre nel centro, una stella a cinque punte ovverosia il simbolo del
diavolo.
Se neppure questa ipotesi vi convince tanto allora provate ad assaggiarla una mela:
turgida, lucida, dolce e acidula. E’ la tentazione fatta frutta.
Mah. Vuoi mettere le fragole le ciliegie….
Se neppure questa ipotesi vi convince tanto allora provate ad assaggiarla una mela:
turgida, lucida, dolce e acidula. E’ la tentazione fatta frutta.
Mah. Vuoi mettere le fragole le ciliegie….
Forse allora la
storia più convincente è quella dei Druidi, si avete capito bene, quelli di
Avalon, l’isola delle mele e del cidro. Questi mangiamele non andavano
particolarmente a genio alle gerarchie cattoliche del tempo e allora….
Allora così
avrebbe senso. Il frutto maledetto che ha condotto sulla via del peccato un
intero popolo. Quale modo migliore per dire che la loro fede è cattiva se non
nominare il loro frutto prediletto il frutto del peccato.
Come è andata a
finire non ve lo dico neppure, fatto sta però che qualche rivincita i
mangiamele se la sono presa, se di rivincita si può parlare; ogni anno, molti
di noi rivivono la sbornia di Anthor (da cui deriva forse la radice del nome di un
famoso farmaco contro i riflussi esofagei.) mentre addobbava ed adorava, come si
usava fare, un albero di abete con grossi pomi rossi. Vi ricorda qualcosa? Alle
stelle filanti non voglio dare spiegazione per non scadere nello splatter, ma se aveste visto che razza di sbornia aveva preso Anthor vi sarebbe abbastanza facile capire di cosa stiamo parlando.
Ma torniamo alla
nostra primadonna. Eva coglie la mela e si accorge di non aver messo niente
addosso prima di uscire quella mattina e da qui in poi la storia la conoscete.
Eva è l’inizio,
nel bene e nel male, che ci si creda o no è il simbolo dell’inizio e io non avrei mai
pensato ad un inizio del genere. Vi spiego meglio. Sono alla ricerca di un
caffè e trovo uno Starbucks. Dalla porta a vetri vedo una lunga fila di persone
che attendono di ordinare in maniera molto composta. Il locale ha due entrate,
o meglio, un’entrata ed un’uscita
collegate da una sorta di budello in cui ci sono i clienti in fila. Non
riesco a capire però il perché siamo in fila solo da un lato, mi sporgo per vedere
se si è rovesciato del caffè per terra lungo il lato libero. Niente, tutto
perfettamente pulito. Una, unica ed ordinata. Rientro con la testa nella sagoma
della fila ed attendo da un momento all’altro quello lì che deve chiedere solo
un’informazione. C’è sempre dove c’è una fila. Se voi provate a creare una fila
nel vuoto di una piazza, una fila che non ha scopo alcuno, ebbene arrivera’
quello dell’informazione, quello che ci vogliono solo due secondi. E’ quasi il
mio turno. Guardo il menù gigante affisso sopra al bancone e mi preparo
ripetendo la parte e schiarendomi la voce. Un senso di piacere mi pervade
quando vedo scritto, espresso, cappuccino, Caramel macchiato. Ma allora posso dirlo in italiano anticipando
solo il nome del prodotto con la quantita’ desiderata e un please finale per non passare da cafone. Ma non basta. Bisogna
specificare la taglia che è scritta piccola, troppo piccola e mentre arriva il
mio turno aguzzo lo sguardo e sto quasi per scavalcare il bancone per leggere
cosa cazzo c’è scritto…..
E' il mio turno.
Sara’ un effetto psicologico ma ogni qual
volta mi trovo a dover parlare inglese in queste situazioni si crea un silenzio
irreale intorno a me.
Vi ricordate a scuola? Tu sei alla cattedra ed
il giorno prima eri convinto che era impossibile che chiamasse proprio te. La
professoressa attende una tua risposta ma in cuor suo sa gia’ che non ci sara’,
così si limita solo ad aumentare l’agonia giocherellando con le chiavi della
sua macchina. La maestra si perde nel tintinnio delle chiavi, la classe se ne
accorge ed inizia a rumoreggiare sempre più forte e tu ti senti come il
condannato che guarda la folla scomposta sotto al patibolo. La professoressa lascia
una mano sola a giocare con le chiavi e
alza l’altra sopra la sua testa fino a farla cadere rumorosamente sulla
cattedra. E’ il rullo di tamburi prima della ghigliottina. La piazza tace, in
attesa.
E’ la stessa
sensazione che avverto ora. Esordisco con un Yes assolutamente non richiesto. La mia ordinazione è one Caramello Macchiato. Dall’altra
parte il tipo mi dice solo sorry prima
di avvicinarsi con la testa. Non ha capito! Ma come non ha capito? Caramello è
italiano ed io sono Italiano, macchiato è italiano ed io sono italiano. Come ho
potuto sbagliare anche questa volta? Lo ripeto e allora lui lo ripete dopo di
me, con il suo accento e solo così lo capisce. Il suono è effettivamente
diverso, mancano tutte le doppie, caramello ha un suono sinuoso,
dolciastro e appiccicoso mentre macchiato ha perso tutta la cattiveria della doppia c.
E’ finita?
Macchè, mi chiede la taglia. Non la so, la taglia non la so, io non riesco a
leggere, guardi faccia the first one from
the left in the menù. Pago e tiro un sospiro di sollievo. Lui prende un
pennarello e si prepara a scrivere dopo avermi chiesto qualcosa. Capisco solo your name, please?
Ho un flash,
quello che si potrebbe definire un colpo di genio. Una vocina nell’orecchio
sinistro mi consiglia di rispondere senza tentennamenti: John, my name is John.
John lo capira’ di sicuro, c’è in tutti i films americani uno che si chiama
john. Non colgo l’attimo e dico il mio vero nome. Lui mi chiede immediatamente
lo spelling ed io impreparato inizio lo spelling come se fossi al bar dello
sport, inizio lo spelling in italiano. Il mio nome inizia con la i e la lui
scrive e. Me ne accorgo e corro ai ripari v, ei but you have to change the
first one. La fila rumoreggia, silenziosamente, con piccoli colpi di tosse che
mi colpiscono alle spalle. Niente da fare, lui ha scritto le tre lettere che
gli ho dettato. Niente di più.. Il risultato è EVA, scritto nero e grosso su di
una fascettina di carta che loro mettono attorno al tuo bicchiere di carta per
bruciarti solo quando sarai fuori dal locale e non lì davanti al bancone. Mi dice di
aspettare che a momenti sara’ pronto.
Non sono solo,
sono in molti ad aspettare. Li guardo con complicita’ poi li riguardo con
terrore prevedendo cosa sta per succedere. Se siamo in tanti e mi hanno chiesto
il nome……..oh no mi stanno per chiamare!
La vocina
ricompare e mi invita ad andarmene subito a salvarmi finchè sono in tempo.
Tentenno e la vocina mi manda a quel paese mentre vedo la cameriera alzare un
bicchierone con una schiuma bianca in cima. Urla quel nome come se le avessero
chiuso una mano nel cassetto. EVA, CARAMELLO MACCHIATO for EVAAA. Mi guardo intorno per
capire quanta gente c’è in fila. Tanta, e tutti muoiono dalla voglia di
conoscere Eva. Al terzo richiamo il cassiere che mi aveva servito mi guarda ed
io rispondo al suo sguardo socchiudendo gli occhi e appuntendo le labbra. Capisce
che se prova ad additarmi gli salto addosso.
Mi stacco dal
gruppo con passo fiero, con l’espressione di che era sovrappensiero, sradico il
mio beverone dalla mano dalla cameriera che stava per tornare ad urlare, ed
esco.
Lo sorseggio
piano, avrei voglia di scoppiare a ridere.
Mi siedo ed una domanda mi frulla costantemente nella testa: cosa sarebbe successo se Eva avesse preso un Caramello Macchiato al posto di quella dannatissima mela?
Mi siedo ed una domanda mi frulla costantemente nella testa: cosa sarebbe successo se Eva avesse preso un Caramello Macchiato al posto di quella dannatissima mela?
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